La Psicoterapia Cognitivo Evoluzionista
Il modello relazionale nel cognitivismo clinico come, da tempo accade anche nella psicoanalisi, considera la mente, la personalità e quindi la psicoterapia come realtà fortemente influenzate dai processi interattivi.
Sembrano quindi oramai molto lontane le affermazioni di Mahoney quando criticava la terapia cognitiva standard e sottolineava la visione ristretta della relazione terapeutica che “… poneva con eccessiva enfasi gi aspetti normativi e pedagogici rischiando così di oscurare la complessità degli eventi relazionali che avvengono in psicoterapia e così anche il ruolo del processo terapeutico….” (Semerari 2000).
Anche il modello cognitivo ha cioè visto evolvere la sua pratica clinica che, prima fortemente influenzata dall’idea che la mente potesse essere descritta in termini di pensieri disfunzionali o irrazionali ora, al contrario, è anche indagata come entità risultante da processi interattivi ed interpersonali.
La prospettiva cognitivo-evoluzionista permette di avvicinare e comprendere numerosi problemi legati alla sofferenza emotiva della persona e alla sua cura con l’idea centrale di un fallimento della regolazione delle emozioni.
Due presupposti la guidano:
- l’idea evoluzionista che l’uomo ha diverse disposizioni innate alla relazione, da cui emergono diversi sistemi motivazionali interpersonali su base innata…
- idea di base del cognitivismo (che rimane): l’attività mentale è primariamente rivolto alla costruzione e all’organizzazione della conoscenza.
In questa ottica, l’obiettivo principale della psicoterapia è restituire alla persona la capacità di riconoscere il valore ed il senso della propria e altrui esperienza emozionale…in tutti quei contesti relazionali in cui la coscienza di sé prende forma ed emerge… (Liotti G.)
Le diverse condizioni patologiche, depressione, ansia, disturbi del comportamento alimentare, le fobie, derivano in fondo dal mancato riconoscimento, nell’esercizio di questa funzione primaria di autoconoscenza, delle proprie emozioni e di quelle dell’altro…
Questa prospettiva fornisce alla psicoterapia un carattere fortemente interpersonale e la lega profondamente all’epistemologia evoluzionista, al progresso delle neuroscienze , ai dati sperimentali e cinici della teoria dell’ attaccamento e della psicologia evolutiva.
In questo modo, questo indirizzo della psicoterapia cognitiva entra a pieno titolo tra quegli approcci psicoterapeutici più moderni organizzati intorno ad un paradigma relazionale, che condividono quindi la natura relazionale della mente e del suo sviluppo…e il ruolo sovraordinato della relazione nel trattamento… e grazie al felice incontro con la teoria dell’attaccamento consente scambi fruttuosi e contaminazione di principi teorici e tecnici con altri orientamenti psicoterapeutici…
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