La Terapia Metacognitiva Interpersonale (TMI) è un approccio di trattamento rivolto in maniera specifica ai disturbi di personalità come il DBP, il DEP e il DNP (p.e., Dimaggio et al., 2011; Fiore et al., 2008).

Le persone con disturbi di personalità mostrano delle marcate difficoltà nel comprendere i pensieri e i sentimenti propri e altrui, nel regolare le proprie emozioni, nel relazionarsi in maniera adeguata (p.e., per garantire il raggiungimento dei propri scopi di vita) con gli altri.

In generale, la TMI aumenta la metacognizione, cioè l’abilità di comprendere e ragionare sugli stati mentali (pensieri, emozioni, sensazioni, ecc.), consentendo alla persona di essere più consapevole di quelli problematici che causano conflitti interpersonali (Dimaggio et al., 2015).  Tutto ciò è finalizzato a mettere la persona nelle condizioni di adottare strategie alternative (rispetto a quelle disfunzionali) per ridurre la sofferenza psicologica e migliorare la qualità della vita.

La TMI aiuta la persona a:

  • migliorare la consapevolezza sui propri stati mentali;
  • aumentare la capacità di differenziazione tra pensieri e realtà, assumendo una distanza critica dalle proprie interpretazioni;
  • riconoscere aspetti tipici e ricorrenti dei propri stati mentali in modo da formulare previsioni e anticipazioni che permettano di inibire i comportamenti maladattivi e di promuovere comportamenti nuovi e funzionali;
  • assumere il punto di vista dell’altro (non influenzato, per esempio, dalle proprie convinzioni e aspettative negative);
  • ricostruire e modificare i cicli interpersonali disfunzionali che alimentano/mantengono il disturbo;
  • aumentare il senso d’intimità con gli altri, l’empatia, la stabilità della propria identità, la capacità di identificare autonomamente scopi di vita a medio e lungo-termine.

Viene prestata molta attenzione, inoltre, a ciò che avviene durante la terapia, perché l’osservazione della relazione terapeutica permette di aumentare la consapevolezza del paziente sul proprio funzionamento e sui propri schemi interpersonali maladattivi che devono essere modificati per garantire delle relazioni migliori e dei comportamenti più efficaci nella vita di tutti i giorni.